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Fine della democrazia o dei privilegi?

Qualcosa sta cambiando nel mondo politico internazionale, ma tarda a farsi strada nel Bel Paese, ovverosia nel Paese dei Balocchi.

Qualcosa che potremmo chiamare la fine della democrazia ad oltranza, quella democrazia che difende l’illegalità, protegge il crimine e penalizza l’onesto, arricchisce il ricco e impoverisce il povero e fa incattivire tutti.

 

Grossa colpa è imputabile alla crisi, come è dalla crisi del 1929 che è derivato lo stravolgimento delle politiche europee, con tutte le sue conseguenze.

Ora questa crisi è ancora più lunga e crudele, perché vi si aggiunge la guerra tra poveri. Oltre alle lotte per la sopravvivenza, ci sobbarchiamo la lotta conto il potere che non ascolta più e, da troppo tempo, la voce del popolo.

Intanto speriamo che sia la fine della finta democrazia, quella del finto buonismo o del buonismo per interesse. Sosteneva infatti Freud che non è normalmente sano essere altruisti, lo è l’egoismo, perché fa parte dell’istinto di sopravvivenza. Come penso sia parte di questo stesso istinto, lottare contro l’oppressione, sia personale che dei popoli. E’ giusto lottare per migliorare, per lavorare, per imparare, per andare avanti. Il nostro Stato è nato dalla lotta, a costo di vite umane, ma la lezione non è stata emulata e non è rispettata da chi ci vuole rubare la libertà che pensa sia caduta gratuitamente dal cielo.

Forse la migliore lezione politica che l’italiano ha appreso è quella, secondo lo storico Braudel, della partecipazione alla vita pubblica e al governo comune, come quella comunale del Medioevo che ha portato all’Umanesimo e al Rinascimento.

Infatti le aree in cui un forte dominio signorile ha impedito la libera espressione del bene comune, si è irrimediabilmente radicata la forza dei gruppi di potere extra-legale.

Dio solo (se c’è) sa di quale Rinascimento abbiamo bisogno noi Italiani, anche se non siamo più nel Cinquecento e sappiamo che altri rinasceranno prima di noi o meglio di noi.

Senza andare tanto lontano, potremmo accontentarci anche di semplici battaglie borghesi, perché ormai siamo un po’ tutti dei borghesi, anche se non abbiamo la dignità della borghesia ottocentesca, in quanto siamo cresciuti come borghesia ed abbiamo fatto crescere la democrazia, ma non siamo invece riusciti ancora a sconfiggere i poteri dei “signorotti” che mettono la democrazia sotto i piedi, per stare più in alto.

Non vi ricorda tutto questo il titolo del libro di Roberto Vacca del 1971 “Medioevo prossimo venturo – La degradazione dei grandi sistemi”? A me sì, perché ci sono ancora alcuni, e sono troppi, che vivono come nel Medioevo, non perché non abbiano il televisore e il telefonino, ma perché pretendono diritti e privilegi inaccettabili, che purtroppo ci fanno accettare per forza.

Adriana Galvani  Unipomediterranea